La struttura morfologica della Calabria è in qualche modo complessa. La maggior parte delle montagne sono catene e gruppi isolati, separati da grandi valli o colline. Il massiccio del Pollino culmina con il monte Serra Dolcedorme (2.267 metri), che si trova al confine con la Basilicata; le sue pendici ed il relativo contorno si allungano verso sud-ovest fino al Passo dello Scalone (740 metri) dove l'estremità degli Appennini Lucani si unisce agli Appennini Calabresi, dando inizio alla catena costiera di Paola, proseguendo poi fino alle estensioni più basse del fiume Savuto, fra il litorale dentellato del Tirreno ed la valle del Crati . Questo fiume divide la catena Costiera dalla Sila, grande zona montagnosa, che culmina con il monte Botte Donato (1.928 metri).
La Sila termina verso sud, affacciandosi sui golfi di Sant'Eufemia e di Squillace, nell’istmo di Marcellinara, oltre il quale iniziano le Serre Vibonesi, due serie di montagne che si allungano verso sud-ovest unendosi, poi, all’ Aspromonte. Sul versante tirrenico, si erge il gruppo granitico del monte Poro (710 metri), isolato, fra i golfi di Sant'Eufemia e Gioia Tauro. Continuando a scendere verso Sud, inizia l’Aspromonte, la cui vetta più alta è il Montalto (1.955 metri).
In virtù della forma allungata della regione e delle catene montagnose, i fiumi, con l'eccezione del Crati e del Neto, non sono particolarmente grandi. I laghi principali ( tutti artificiali ) sono il Cecita, l’Arvo e l’Ampollino, e si trovano tutti nel massiccio della Sila. Nelle zone litoranee, il clima è mediterraneo, con inverni, generalmente, non molto piovosi e con estati asciutte, calde, ed eccezionalmente, torride. Il clima, addentrandosi verso l'interno, diventa progressivamente più continentale, specialmente sulle montagne. Le piogge sono spesso abbondanti, specialmente sulla costiera tirrenica, ma sono più scarse a bassa quota e sulle aree litoranee.
La Calabria è la regione più boscosa in Italia (circa il 29 % della superficie). I boschi di castagno iniziano a 700-800 metri e proseguono fino a 1.200 metri., dove inizia la presenza del faggio, che porta ai boschi di conifere, con i pini e gli abeti rossi. La protezione dell'ambiente caratteristico delle regioni montagnose calabresi è iniziata con l'istituzione del Parco Nazionale della Sila , vasta area di circa 17.000 ettari che include la Sila Grande in provincia di Cosenza e la Sila Piccola nella provincia di Catanzaro e del Parco Nazionale dell’Aspromonte, in provincia di Reggio Calabria. Grandi foreste avvolgono i fianchi delle montagne, principalmente costituite da pini della Sila, alberi eleganti che danno al paesaggio un'aria nordica. Questi sono fiancheggiati dalle boschi di faggio. In alcune zone indisturbate, è presente il pino silvestre. Di interesse particolare sono un gruppo conosciuto come “i giganti del Sila”, circa quaranta alberi alti oltre 50 metri e con circonferenza del tronco, alla base, superiore a due metri, questi si trovano nel bosco di Fallistro, vicino a Camigliatello Silano. Le specie più interessanti di fauna selvatica presente sono cervo , capriolo, cinghiale, gatto selvatico, lontra, martora e scoiattolo nero. L’osservazione degli uccelli permette la visione del picchio nero, dell'aquila del Bonelli, del falco pellegrino, del gufo, della civetta e di tanti altri volatili. Un ambiente caratteristico della montagna è quello del Pollino, il cui fianco sud si trova in Calabria. Maestosi boschi di pinus leucodermis, di alto interesse naturale e scientifico, si sviluppano sulle formazioni geologiche calcaree, mentre il faggio è l'albero più comune sui pendii della montagna. Alcune delle caratteristiche più attraenti e meno conosciute del massiccio sono dal lato calabrese: le gole del fiume Raganello, l’abisso del Bifurto, profondo ben 683 metri e la grotta delle Ninfe, celebrata dai romani e dai sibariti per le sorgenti termali solforose. Secondo un’antica leggenda in quest’antro era custodito il talamo della mitica Calipso.
Di valore e di interesse eccezionale, è l'estuario del fiume Neto, una delle poche estensioni del litorale ionico che, comunque sfruttato dagli speculatori, è riuscito miracolosamente a salvarsi dal disatro ambientale ed ecologico . Queste eccezionali ed importanti paludi, ancora parzialmente inesplorate, sono ricche di fauna selvatica protetta e ricche di pianta. La vegetazione è lussureggiante, rigogliosa e folta, con fiori splendidi ed alberi di tamaricio, pioppo, salice, ontani, che si fondono spesso in un groviglio difficilmente penetrabile.
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